Lo studio dell’Università di Berlino su Francavilla
Pubblichiamo un’ altra parte del lavoro sulla città della Dott.essa Ariane Sept dell’Università di Berlino. Un’interessante istantanea di Francavilla “scattata” da un occhio imparziale e professionale. La incontrammo nelle nostra sede a conclusione della sua permanenza in città,ad inizio anno, avendo scelto il confronto con la nostra associazione quale interlocutore privilegiato.
Che cos’è la qualità della vita nei piccoli centri? Se Francavilla al Mare da circa 15 anni fa parte dell’associazione Cittàslow, allora deve essere una “città del buon vivere”. Detto questo sono venuta per quasi un mese fuori stagione per capire meglio cosa potrebbe significare “qualità della vita”. Certo, potevo anche andare ad Orvieto, Greve in Chianti, Todi o altri posti del genere. Ma non sono questi gioielli famosi che mi interessano, e dato che l’ex sindaco Angelucci un tempo era perfino presidente dell’associazione Cittàslow, Francavilla mi sembrava un buon esempio. Una cittadina dove poi mi sono mossa rigorosamente senza macchina, solo in bici o a piedi e ho cercato di comprare il più possibile i prodotti della zona. Sono davvero riuscita a mangiare per la maggior parte cibo regionale, grazie al mercato coperto, i mercati settimanali, i pescatori del lungomare e qualche piccolo macellaio e panettiere. Però, rimane il sospetto che, nella realtà quotidiana, solo poca gente cerca di fare la spesa in questo modo. Questo almeno devo pensare se vedo i grandi supermercati e discount lungo la nazionale con davanti i grandi parcheggi spesso pienissimi. Girare in bicicletta a Francavilla, magari non è facile, ma neanche impossibile.Certo, si fa un po’ di fatica per salire sulle colline, ma questo è chiaro visto il territorio e d’altronde mi ha dato una grande soddisfazione arrivare nel parco Villanesi e godermi la vista sui campi o verso il mare. Lo stesso vale per Setteventi e altre parti collinari. Basta che non si prova ad andare fuori le aree abitate, ad esempio verso Chieti, dove si rischia la vita. E comunque sul lungomare c’è la pista ciclabile, per la maggior anche comoda. Ma l’avete mai presa dal Viale Alcione verso la Sirena?
Non avremmo mai voluto fare dei calcoli come quelli riportati nella tabella. Vi è, purtroppo, un ripetitivo presentare quei 9.232 voti al Sindaco come una carta bianca, un lasciapassare ad agire a prescindere da qualsiasi dissenso. Se ciò avviene per decisioni degne di una riflessione di carattere sociale, storico, economico e di appartenenza ad una comunità, allora, è il caso di far questi conti della serva. Il principio guida di “un uomo, un voto”, alla base delle democrazie, sancisce che chi non va a votare ha sempre torto. È anche vero, peraltro, che, per motivazioni di cui la politica dovrebbe farsi carico, anche le regioni con più sensibilità civica hanno visto drasticamente ridursi il numero dei votanti. Addirittura, in Emilia Romagna, si è eletto il cosiddetto governatore con meno del 50% degli elettori. Di questo, che è un enorme problema democratico e di partecipazione, i partiti, dopo averlo sottolineato, non ne fanno argomento di autocritica. Detto questo, vogliamo dare i numeri? Diamoli.
Pubblichiamo un resoconto della nostra Valentina Raciti che per lavoro si è recata in Oman negli scorsi mesi. Un’interessante esperienza di cui Valentina ha voluto fare partecipi i lettori di Primo Foglio.
-Dove sei stata? In Oman? E dov’è? -Penisola Araba, tra Emirati, Arabia Saudita e Yemen. Di solito segue un’espressione preoccupata, con una nota di curiosità. Questi i discorsi al mio ritorno, dopo un intenso periodo di lavoro durato quattro mesi. In realtà nemmeno io sapevo molto di questo Paese prima della partenza con una squadra di restauratori italiani (all’estero siamo ancora un’eccellenza) pronti a lavorare per il Ministero della Cultura e del Patrimonio omanita. Eppure l’Oman è un paese sorprendentemente sicuro e politicamente stabile, perché ha saputo costruire negli ultimi decenni solidi rapporti internazionali anche con l’Occidente, distaccandosi dagli estremismi religiosi. Il governo è retto da più di quarant’anni dal sultanon Qaboos, la cui immagine è onnipresente su strade ed edifici, ma non solo. Il sultano è talmente ben voluto che capita non di rado di vederne l’immagine stilizzata a mo’ di Che Guevara combattente sul retro delle macchine in improbabili adesivi, accompagnato dalla scritta “my sultan my hero”. È pur vero che questo monarca ha saputo portare nel giro di qualche decennio il Paese fuori da una condizione completamente rurale, investendo molto in infrastrutture, educazione e sussidi alla popolazione.
Domani, martedì 18 ottobre 2016, su RAI 3 andrà in onda un primo servizio su Carbone- Storie di Italiani nel bacino minerario del Belgio di Moreno Bernini. La presentazione del libro a cura del giornalista Antimo Amore sarà trasmessa all’interno della rubrica Parole d’autore all’incirca dalle ore 7:30 alle 8:00.
Come si fa a dissipare un patrimonio di voti pari al 58% nel 2011 e ridurlo al 15 % nel 2016? Facile: facendo di tutto per far vincere Antonio Luciani! Sto parlando di quanto è successo al centrodestra nella nostra città. Le prime avvisaglie si erano già avute negli ultimi 5 anni con una “presenza” in consiglio comunale quasi annoiata, mentre Luciani ed i suoi consolidavano il consenso con i nuovi adepti nel bacino elettorale moderato che il Sindaco ben conosce.
Il secondo segnale è stato l’organizzazione delle primarie che, mai come in questo momento, non servivano al centrodestra, con un tira e molla e l’esclusione di Franco Moroni (il più votato dai francavillesi nel 2011!). La scelta dei candidati alle primarie è stata fatta non certo tra i più forti elettoralmente. Alessandro Mantini entrato da poco in Consiglio Comunale e con un afflato con i francavillesi tutto da costruire e uno sparring partner da scegliere senza nuocere alla causa, cioè indebolirsi ma non troppo: Massimo Pasqualone. Questi con un passato nel centrosinistra (candidato nel 1998 con i Popolari e indicato come Sindaco del centrosinistra nel 2003 a Torrevecchia). Il risultato delle primarie è stato equilibrato con tuttavia solo circa 900 elettori alle urne.
Il risultato delle recenti elezioni amministrative a Francavilla al mare, che ha sancito l'incoronazione dell’Imperatore Luciani, ha evidenziato come si sia andati ben oltre il cosiddetto "patto del Nazareno". Che ci potesse essere un corposo travaso di "politicanti" (con annesso seguito di elettori) dal centro-destra al sedicente centro-sinistra (alias il carro del vincitore) era ampiamente prevedibile.
Il "partito della nazione" ha ricevuto (forse solo a Francavilla) la sua piena consacrazione. La notizia di cotanta ed insolita affermazione di "renziana "attribuzione, ha interessato perfino l'ironico e pungente show di Maurizio Crozza nella puntata di Di venerdì del 07 giugno.
L'insuccesso del PD nelle maggiori città d'Italia aveva trovato, secondo il Crozza-Renzi, un grande "sollievo" nel roboante risultato di Francavilla. In Italia, alla stragrande maggioranza dei politici piace collocarsi al "centro": una posizione logistica ottimale per poter scegliere la migliore direzione, senza trascurare nemmeno le inversioni a U! Non meraviglia, quindi, che masse di centristi abbiano scelto di salire sul carro del vincitore di turno.