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conti della servaNon avremmo mai voluto fare dei calcoli come quelli riportati nella tabella. Vi è, purtroppo, un ripetitivo presentare quei 9.232 voti al Sindaco come una carta bianca, un lasciapassare ad agire a prescindere da qualsiasi dissenso. Se ciò avviene per decisioni degne di una riflessione di carattere sociale, storico, economico e di appartenenza ad una comunità, allora, è il caso di far questi conti della serva. Il principio guida di “un uomo, un voto”, alla base delle democrazie, sancisce che chi non va a votare ha sempre torto. È anche vero, peraltro, che, per motivazioni di cui la politica dovrebbe farsi carico, anche le regioni con più sensibilità civica hanno visto drasticamente ridursi il numero dei votanti. Addirittura, in Emilia Romagna, si è eletto il cosiddetto governatore con meno del 50% degli elettori. Di questo, che è un enorme problema democratico e di partecipazione, i partiti, dopo averlo sottolineato, non ne fanno argomento di autocritica. Detto questo, vogliamo dare i numeri? Diamoli.

Come fa Luciani, o chi per lui, ad essere certo che quei 7.569 elettori che non (lo) hanno votato sono d’accordo con lui, sul caso specifico dell’abbattimento del palazzo Sirena? Avranno un‘idea anche loro sul suo destino? Questi, sommati ai 5.259 elettori che hanno scelto gli altri tre candidati sindaci o hanno espresso una scheda bianca o nulla, fanno ben 12.828 francavillesi che non hanno avallato il Sindaco e le sue idee o quantomeno non si sono espressi sulle stesse. Ci vuole cautela nel volere eliminare la Sirena e nemmeno nel programma di Luciani si parla di abbattimento. Tra l’altro, in questi anni, componenti di maggioranza (anche attuale) hanno espresso perplessità su questa idea (vedi Lucrezio Paolini , Todisco, lo stesso PD di Viani e Di Girolamo). Così come quegli sprovveduti di Si Per Francavilla che hanno espresso un concetto arzigogolato dell’operazione Sirena, facendo finta di non sapere che sarebbe andato giù, pur di stare con Luciani. Ma l’Imperatore ha deciso, e lo ha ribadito su FB a fugare ogni dubbio: Palazzo Sirena sarà abbattuto a prescindere. Glielo chiedono i suoi 9232 elettori, i restanti 12.828 aventi diritto al voto, su questo argomento non hanno cittadinanza. Le regole della democrazia (il voto) ci dicono che il sindaco Luciani deve applicare il suo programma. Ma, su questo delicato argomento, la sensibilità, la storia, l’amore per la città e la capacità di ascoltare le voci del dissenso vorrebbero vi fosse una riflessione ulteriore. Non a caso la nostra Costituzione (ed anche lo Statuto comunale) prevede altri momenti di partecipazione dei cittadini, diversi e complementari a quello delle elezioni. Proprio per fare da contrappeso ai fini di una funzionalità democratica. Palazzo Sirena è un patrimonio collettivo e un luogo storico per antonomasia. Il sito dove, dopo la guerra, lo si volle ricostruire è lo stesso dove, nel 1888, sorse il primo edificio. Solo chi ritiene la storia un impedimento ed il vissuto della città trascurabile, in una falsa visione della modernità e in una egocentrica voglia di lasciare un segno, può non tenerne conto.

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