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quelli del noIl sindaco Luciani, ancora una volta, individua una fascia di cittadini che, a suo dire, direbbe NO a qualsiasi passo in avanti, a qualsiasi intervento dell’Amministrazione teso al “miglioramento” della città (ovviamente secondo il suo illuminato parere!). Niente di nuovo sotto il cielo. Sarebbero gli stessi che, a livello nazionale, sono stati definiti “gufi” dall’altro “illuminato”, Matteo Renzi. Siamo, quindi, in pieno pensiero renziano a cui il sindaco si onora di aderire (al momento). Questo gruppo di persone sarebbe, dunque, “contro” a prescindere. Vediamo, allora, in dettaglio, a che cosa hanno, in pratica, detto NO questi “strani cittadini”. 

A partire dagli anni ‘80 si schierarono contro la discarica Galasso che, collocata in piena collina, rilasciava percolati nel fiume Alento.

Si sono schierati contro e detto NO alla CEMENTIFICAZIONE DELL’ALENTO. Un’ opera pubblica inutile, costosa e dannosa che ha reso l’Alento un fiume inquinato lasciando in eredità alla città un enorme problema.

Dissero NO, anche su queste pagine, alla CEMENTIFICAZIONE DEI FOSSI NATURALI   denunciando i pericoli per l’assetto idrogeologico e la salubrità del territorio.

NO ALLA CEMENTIFICAZIONE. Dopo l’approvazione del Prg, nel 1998, le amministrazioni succedutesi permisero con accordi di programma, ad esempio, l‘insediamento abitativo sulla collina di Setteventi in deroga al PRG.  Questi cittadini vi si opposero in consiglio comunale e sulla stampa.

Dissero NO AI TAGLI INDISCRIMINATI a Villa Sirio (collina di Pretaro) e Villanesi: una strage di pini senza che nessun’altro muovesse un dito.

CONTRO IL PORTO TURISTICO. Un‘opera che, pur non essendo ancora realizzata, ha creato sinora solo problemi.

Che dire poi del NO al RESORT AI CONFINI con Pescara? Tolto il vincolo A2 del Piano paesistico Regionale, su richiesta del Consiglio Comunale di Francavilla, si ritrovarono da soli a manifestare davanti al cantiere e sulla stampa.

NO AI TAGLI E ALL’INCURIA DI VILLA TURCHI.  Furono da soli contro questi scempi.

CASE POPOLARI IN COSTRUZIONE AI BORDI di Villa Turchi. Anche qui, tra l’indifferenza generale, c’erano sempre e solo i cittadini   del   NO.   

CONTRO GLIACCORDI PROGRAMMA AL RIBASSO per il Comune, si veda l’Ex Istituto Maristella e le zone ex 7 B lungo la nazionale Adriatica.

Un’altra opposizione si ebbe riguardo i TIGLI DI VIALE NETTUNO. Il sindaco ne taglia circa 60 ma, poi, sistema i marciapiedi salvando gli altri alberi dalla Stazione a Via Pola, come suggerivano “quelli del NO”, rimangiandosi le motivazioni addotte per giustificare il taglio dei tigli.

Ancora un NO all’ABBATTIMENTO DEL MURO DEL ‘200 presso la Chiesa di San Francesco autorizzato dall’amministrazione Luciani “pro esigenza” di un privato. Dietro la loro denuncia   la Soprintendenza blocca i lavori ed invia d‘ufficio la pratica alla Procura della Repubblica.

CEMENTO PRESSO LA ZONA ARCHEOLOGICA.  L’amministrazione Luciani approva due interventi, “le loro” denunce (quelli del NO) rimangono solitarie ma, per fortuna, interviene la Soprintendenza archeologica di Chieti.

Infine un NO secco è stato espresso contro l’abbattimento di Palazzo Sirena: il simbolo della città.

Ma, in questi anni, questi “soliti fedelissimi del NO”, come li cataloga il Sindaco, hanno anche detto molti Sì e dato un fattivo contributo alla città. Come?

Con l’APPROVAZIONE DEL PRG STRALCIANDO LE COSTRUZIONI PREVISTE in collina, quando uno di essi ricopriva la carica di assessore all’Urbanistica e con l’AVVIO della raccolta differenziata.

Impedendo la nascita di un assurdo rimessaggio sulle sponde cementificate dell’Alento.

Con la VALORIZZAZIONE DELLA VILLA ROMANA sepolta a Villanesi. Quei SI furono (sono) gli unici a sostenere l’avvio di una campagna di scavi.

Dissero Sì ALL’ISTITUZIONE DELLE PRIME ISOLE PEDONALI.

Dissero SI   al RIFACIMENTO DEL PONTILE E DI PIAZZA SIRENA opponendosi, tuttavia, alla costruzione di un volume sul pontile.

Poi, ancora, elaborarono e avviarono delle RACCOLTE DI FIRME PER DELLE PROPOSTE per la destinazione a parco pubblico dell’area inedificata di fianco alla piscina, per il mantenimento della proprietà al Comune della piscina stessa e per il recepimento dell’opzione zero cemento in città (proposta dal consigliere Stefano Di Renzo e bocciata due volte dall’amministrazione Luciani).

Di queste cose siamo (stati) testimoni e partecipi perchè questo giornale e la nostra associazione sono fieri di far parte di quelli che il sindaco ravvisa come quelli del no. Noi siamo per un NO ad una visione di città che nasconde la polvere sotto il tappeto, che tra le sue priorità ha l’abbattimento di un pezzo della sua storia, che valorizza solo l’effimero a discapito della sicurezza del territorio e dei cittadini i quali, ad ogni pioggia, rischiano parecchio. E siamo per i sì ad una città più sostenibile dove i divieti di balneazione scompaiano ed i fiumi e canali siano risanati e dove si destinino risorse alla difesa dell’assetto idrogeologico e dove il sindaco sia meno egocentrico e non dia patenti di Francavillesità, e soprattutto non scambi il libero esprimersi di una parte dei francavillesi come un tentativo di lesa maestà. Se anche lui, da cittadino, negli anni, fosse intervenuto su quanto è successo glielo riconosceremmo. Solo dal 2011, invece, si è esposto pubblicamente. Ciò non lo autorizza a pontificare e a dare giudizi sommari su chi non la pensa come lui. DEMOCRAZIA SI CHIAMA. 

Da Primo Foglio n. 1, marzo 2017

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