Disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi
monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio
paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale
1. Agli effetti della presente legge e di ogni altra normativa in
vigore nel territorio della Repubblica, per «albero monumentale» si
intendono:
a) l'albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni
boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l'albero
secolare tipico, che possono essere considerati come rari esempi di
maestosita' e longevita', per eta' o dimensioni, o di particolare
pregio naturalistico, per rarita' botanica e peculiarita' della
specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie
rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle
tradizioni locali;
b) i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico,
monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei
centri urbani;
c) gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi
architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio
ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.
2. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente
legge, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e
forestali, di concerto con il Ministro per i beni e le attivita'
culturali ed il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio
e del mare, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del
decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive
modificazioni, sono stabiliti i principi e i criteri direttivi per il
censimento degli alberi monumentali ad opera dei comuni e per la
redazione ed il periodico aggiornamento da parte delle regioni e dei
comuni degli elenchi di cui al comma 3, ed e' istituito l'elenco
degli alberi monumentali d'Italia alla cui gestione provvede il Corpo
forestale dello Stato. Dell'avvenuto inserimento di un albero
nell'elenco e' data pubblicita' mediante l'albo pretorio, con la
specificazione della localita' nella quale esso sorge, affinche'
chiunque vi abbia interesse possa ricorrere avverso l'inserimento.
L'elenco degli alberi monumentali d'Italia e' aggiornato
periodicamente ed e' messo a disposizione, tramite sito internet,
delle amministrazioni pubbliche e della collettivita'.
3. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente
legge, le regioni recepiscono la definizione di albero monumentale di
cui al comma 1, effettuano la raccolta dei dati risultanti dal
censimento operato dai comuni e, sulla base degli elenchi comunali,
redigono gli elenchi regionali e li trasmettono al Corpo forestale
dello Stato. L'inottemperanza o la persistente inerzia delle regioni
comporta, previa diffida ad adempiere entro un determinato termine,
l'attivazione dei poteri sostitutivi da parte del Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali.
4. Salvo che il fatto costituisca reato, per l'abbattimento o il
danneggiamento di alberi monumentali si applica la sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da euro 5.000 a euro
100.000. Sono fatti salvi gli abbattimenti, le modifiche della chioma
e dell'apparato radicale effettuati per casi motivati e
improcrastinabili, dietro specifica autorizzazione comunale, previo
parere obbligatorio e vincolante del Corpo forestale dello Stato.
5. Per l'attuazione del presente articolo e' autorizzata la spesa
di 2 milioni di euro per l'anno 2013 e di 1 milione di euro per
l'anno 2014. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente
riduzione della dotazione del Fondo per interventi strutturali di
politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del
decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.
27 Gennaio: "Giornata della memoria"
("La memoria è garanzia del futuro")
"I campi di annientamento furono non uno degli
eventi, ma l'evento mostruoso, forse irripetibile della storia umana". Norberto Bobbio, filosofo.
Nell'approssimarsi della Giornata della memoria mi sono tornate alla mente le parole che Elie Wiesel, premio Nobel per la pace, sopravvissuto allo sterminio di milioni di uomini, donne e bambini,pronunciò il 27 gennaio 2000, nell'emiciclo del Parlamento tedesco, di fronteai deputati che lo ascoltavano silenziosi: "Come fu possibile che giovani diottima famiglia, istruiti nelle migliori università tedesche, si lasciarono
sedurre dal male e dedicarono il loro genio al martirio e al massacro di
uomini, donne e bambini ebrei che non avevano mai incontrato prima?"
Noitutti dobbiamo chiederci come è potuto succedere quel che è successo. Si pensa subitoquando si è di fronte ad un evento così mostruoso che sia frutto di un genio
maligno e non un crimine commessodall'uomo , dal "carnefice della porta
accanto".
Ma E. Wiesel, nella bella intervista concessa adAlessandra Fargas ( Corriere, venerdì 18 gennaio) ci ricorda proprio che "Auschwitz non è stata calata dal cielo, ma èstata concepita, costruita, abitata e usata dagli uomini". I nazisti, non provengono da Marte o da Avatar, ma sonogli abitanti terreni della vicina, evoluta, colta e civilissima Germania che hannogiustificato, spiegatofilosoficamente, metodicamente preparato e sistematicamente perpetrato il piùodioso dei crimini: lo sterminio di milioni di uomini, colpevoli di essereebrei, zingari, omosessuali, comunisti, handicappati, Testimoni di Geova ecc. Auschwitz ci invita a riflettere e ci ammonisce affinché qualcosa di simile non possa accadere di nuovo perché, comeè stato autorevolmente detto, per il semplice fatto che è avvenuto quello che èaccaduto può ripetersi; e quindi ci invita ad un'eterna vigilanza. Perchédobbiamo vigilare? Perché la memoria non è un dato di fatto, una conquista definitiva,acquisita una volta per tutte, ma una peculiarità della nostra mente che deve essere sempre alimentata e mantenutaviva. In quanto, come ricorda E. Wiesel, nell'intervista citata: "il mondo non ha imparato la lezione di Auschwitz, come si spiegherebbero altrimenti i crimini in Cambogia,Bosnia, Ruanda, Kosovo, Sudan e Siria?"
Che fare per non dimenticare? Penso che nell'universale amnistia morale concessa da moltotempo agli assassini, e di fronte al negazionismo dilagante i milioni di
deportati e sterminati dal nazifascismo hanno soltanto noi che possiamo
alimentare il ricordo dei loro tormenti e delle atrocità subite. Se cessassimo
di ricordarli, li uccideremmo definitivamente una seconda volta: i morti dipendono dalla nostra fedeltà.
Perciò, come ex - docente,vorrei rivolgere un vibrante appello alla memoria e al ricordo, di questaimmane "rottura d'umanità", che è stata la Shoah, raccomandando soprattutto ai colleghi insegnanti il dovere di alimentare la memoria tra gli studenti, con tutte le modalità didattiche utili:viaggi d'istruzione nei lager, filmati, testimonianzedei sopravvissuti, ricerche ecc.
Perché la scuola è il luogo istituzionalmentepreposto alla formazione di uomini e di cittadinidemocratici e tolleranti ed è proprio l'ambiente scolastico la sede più accoglientee più idonea per intraprendere quel cammino di civiltà che fa dell'uomo, a
differenza dell'animale, l'unico animale in grado di ricordare.
Vorrei concludere questa mia riflessione con due citazioni, incentrate sul dovere della memoria, l'unadi E Wiesel, l'atra del filosofo Vladimir Jankélévitch. Dice Wiesel "Se qualcosa potrà salvare l'umanità,sarà il ricordo: il ricordo del male servirà da difesa contro il male; il ricordo della morte serviràda difesa contro la morte;" conclude, ammonendo infine Jankélévitch: "Tutti gli anni, nelle nostrecerimonie, udiamo questo straziante appello ai morti, che strappa alle donnedei singhiozzi. La voce lamentosa della tromba chiama ed indugia, ma i morti non rispondono...I morti non risponderanno. Coloro che sono scomparsi per semprenon esistono più che per nostro tramite e nell'affettuosa fedeltà della nostramemoria; se noi perdessimo il loro ricordo, non esisterebbero più."
Romolo Vitelli